I giacimenti più superficiali di rame danno luogo a miniere a cielo aperto come questa. Estratto in forma metallica o minerale (ad esempio bornite e calcopirite), il rame viene poi sottoposto a trattamenti di rimozione delle impurità, generalmente costituite da solfuri, carbonati, ferro e silicati.
Rappresentano senza dubbio il settore più importante dell'industria mineraria, dato che coprono oltre il 60% dei casi e che possono riguardare qualsiasi materiale.
Le miniere a cielo aperto sono possibili quando esistono giacimenti superficiali e generalmente si presentano come grandi sterri a terrazze di forma più o meno circolare, che arrivano sempre più in profondità e diventano sempre più larghi mano a mano che si proseguono le operazioni di scavo. Esempi classici di questo tipo sono le miniere di diamanti del Sudafrica.
Per costruire queste miniere si comincia con la perforazione della roccia superficiale e il brillamento delle mine che la frantumano. La roccia frantumata viene rimossa dallo sterro e caricata su autocarri per mezzo di enormi escavatori a cucchiaia, elettrici o idraulici, o mediante pale a caricamento frontale. Queste macchine per movimento di terra caricano normalmente dai 5 ai 25 m³ di materiale per volta, ma possono caricare fino a 50 m³. Nelle miniere più moderne talvolta il materiale di sterro viene scaricato direttamente su un impianto di frantumazione mobile, collegato con un nastro trasportatore che elimina la roccia frantumata.
A mano a mano che la profondità degli scavi aumenta, cresce anche il costo di sfruttamento del giacimento: molte miniere dunque nascono a cielo aperto e vengono convertite in scavi sotterranei quando una percentuale eccessiva del materiale estratto è inutilizzabile.