Riportiamo l'articolo con l'intervista rilasciata dal fondatore Gianni Della Libera al giornalista Tommaso Bisagno del Gazzettino
di Treviso in occasione delle iniziative per i 30 anni:
Trent'anni sul palco pensando ai giovani
Hanno vissuto trent'anni "infami", e se ne vantano, e contano di continuare così. Strani gusti per una compagnia teatrale? No, solo
uno strano nome. Loro sono la Colonna Infame di Conegliano e in questa primavera compiono trent'anni. Li festeggiano, naturalmente,
sul palco. Quello di casa: il Dina Orsi di Parè dove sabato 5 propongono "Rumors", testo di Neil Simon, il 21° spettacolo della storia
degli Infami; poi sabato 12 replicheranno la pluripremiata "I 39 scalini"; e infine domenica 20 dalle 17 organizzano insieme alla
Uilt il "Festival Regionale Teatrale di Corti Teatrali” in occasione della Giornata Mondiale del Teatro. Ripercorriamo tra una prova
e l’altra, il cammino di tanti palchi.
--Una a cui avrete risposto un milione di volte, ma per il trentennio tocca rispolverare la risposta: perché "colonna infame"?--
-Nessun riferimento storico e intellettuale a Manzoni, ma la certezza di una colonna in muratura che al centro dello spazio culturale
Studio Elastico, che avevamo creato a metà degli anni 80, impediva la visione della scena a metà del pubblico che si faceva raccontare
quello che succedeva in scena dagli spettatori più fortunati in posizione laterale.-
--Chi erano i primi "infami" e quanti sono ancora presenti 30 anni dopo?--
-I primi incontri avvennero nel natale del 1985, ma la nascita amiamo farla coincidere con il primo debutto di Provaci ancora Sam
di Woody Allen il 24 maggio 1986. Dei 10 coraggiosi, cinque non hanno ancora smesso i panni infami (Sandra De Pollo, Gianni Della Libera,
Lalla Valentini, Paolo Zardetto e Roberto Gobbi) due amici sono mancati prematuramente e gli altri circuitano comunque in famiglia.-
--Qual è il tratto peculiare della vostra compagnia? Se dovessi descrivere in poche parole il vostro modo di fare teatro lungo questi 30 anni?--
-Abbiamo sempre prediletto le commedie brillanti di autori inglesi o americani perché offrono uno spaccato della vita contemporanea
da mille angolazioni diverse, con una comicità di azione e di parola ed un ritmo incalzante, felice intuizione di Paolo, che trent’anni
fa anticipava decisamente i tempi. Ma accanto alla produzione di spettacoli non dimentichiamo l’altra colonna della nostra attività:
l’avvicinamento dei giovani al teatro e la loro “formazione”: il ventennale laboratorio a San Vendemiano, i laboratori a Conegliano,
Mareno, Vittorio Veneto hanno visto passare oltre 2000 ragazzi dai 7 anni ai 18 anni e due compagnie teatrali di ragazzi poco più che
ventenni sono nate da questa intensa attività.-
--Voi siete attori per passione. Nella vita siete e fate anche altro. Ma in che modo l'esperienza teatrale cambia il vostro modo di
essere lavoratori, genitori, cittadini...--
Innanzitutto il teatro aiuta a non prendersi mai troppo sul serio, e questo nella vita quotidiana, qualunque ruolo o funzione si
abbia, è decisamente salutare. E poi il teatro è un atto di generosità nei confronti dell’altro, e imparare questa lezione di altruismo
e di relazioni è davvero importante.
--Il vostro piu' grande successo e il vostro piu' grande flop?--
-Il più grande successo è il prossimo spettacolo, il più grande flop è… non misuriamo il lavoro dal giudizio del pubblico, che
fa comunque piacere. E’ una dimensione diversa: ogni idea diventa progetto e dopo un intenso lavoro di gruppo diventa spettacolo; il
successo è dato dalla capacità di realizzare il sogno iniziale.-
--Si dice che gli attori siano tutti scaramantici. Voi come compagnia avete dei vostri riti? E' permesso venire sul set con un
maglioncino viola?--
-Nessuno è superstizioso in compagnia, ma nessuno ha mai osato sfidare la regola del viola. Ogni spettacolo ha un momento di
preparazione collettiva rituale, prima della concentrazione finale. Nasce nelle prove e rappresenta l’esigenza di sbloccare l’energia di
ognuno in flusso omnicomprensivo.-
--C'è qualcuno in particolare a cui volete rivolgere un pensiero o dire un grazie in questo trentennale?--
-L’elenco sarebbe lungo, che ne dici se il pensiero va a quelli che verranno, ai giovani infami che porteranno avanti la lunga storia
della colonna infame e agli amici e al pubblico che li sosterrà?-